La Realtà Virtuale è ormai entrata in ogni campo della vita quotidiana. Uno in particolare ed intenso emotivamente è quello dei migranti tra Messico ed USA, con cui il regista messicano Alejandro G. Inarritu ha riprodotto le esperienze di diversi migranti in VR.
“Lina, Carmen, John ma anche Amaru, Selena, Francisco e Yoni sono persone vere che hanno deciso di prestare le loro storie, i loro visi e i loro corpi al regista messicano Alejandro G. Iñárritu (Amores Perros, Birdman e Revenant-Redivivo), per un’operazione che non è né un film né un’installazione. Carne y arena, in mostra su prenotazione alla fondazione Prada di Milano fino al 15 gennaio, viene definita dallo stesso regista e da Germano Celant, il curatore, come un’esperienza.”
“C’è, in effetti, qualcosa del film, perché i personaggi, persone vere e non attori, hanno rivissuto la loro storia di migranti sotto la direzione dì Iñárritu. Ma di sicuro non hanno propriamente recitato. Carne y arena è un’esperienza immersiva che grazie alla realtà virtuale e alla tecnologia di Oculus Rift, riesce a far entrare lo spettatore, rigorosamente da solo e bardato con zaino, visore e cuffie, nel mezzo del deserto tra Messico e Stati Uniti.”
L’articolo completo lo potete trovare al seguente link del magazine “Internazionale”
https://www.internazionale.it/bloc-notes/daniele-cassandro/2017/11/02/carne-arena-inarritu